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Le piccole imprese creano lavoro. Vaccarino: “Investire in edilizia”

Le piccole imprese creano lavoro. Piano Casa Industria 4.0 aggiornamento problema credito

QN dedica un’intera pagina all’Osservatorio del mercato del lavoro, e intervista il presidente Vaccarino.

Artigiani e piccole imprese hanno fatto la loro parte anche nel 2016 per creare nuovi posti di lavoro, anche se la progressiva riduzione degli effetti degli incentivi (decontribuzione) sulle assunzioni a tempo indeterminato ha portato ad aumentare i contratti a tempo determinato e a privilegiare la formula dell’apprendistato. Così si legge sul Quotidiano Nazionale (Nazione-Giorno-Carlino) di sabato, che dedica un’intera pagina all’Osservatorio del mercato del lavoro della CNA.

QN presenta poi un’intervista al Presidente Nazionale CNA Daniele Vaccarino sui risultati dell’Osservatorio che presenta un quadro “con alcune luci e qualche ombra”. “Il lato positivo è che anche nel 2016 c’è stato un incremento occupazionale (+2,4%) in linea con lo scorso anno e che ci sia stata un importante crescita dell’apprendistato. Viceversa – continua Vaccarino – il forte calo delle assunzioni a tempo indeterminato, al di là del venir meno dell’effetto incentivi, significa che la crisi non è ancora stata superata di slancio. Il fondo è stato toccato ma la crescita rimane ancora lenta e fragile”.

Il Presidente CNA ribadisce poi l’importanza del Piano Casa Italia, essendo “l’edilizia il settore più colpito in quasti anni di crisi. Il piano casa metterà in moto sicuramente forme di interventi non solo sul fronte anti-sismico ma anche per ristrutturazioni che migliorino l’impatto ambinetale ed energetico. Allo stesso modo – continua Vaccarino -, anche il progetto Industria 4.0 potrebbe incentivare investimenti significativi anche nelle piccole imprese, verso le quali è fondamentale il costante aggiornamento tecnologico, altrimenti l’impresa invecchia e fatica a rimanere competitiva sul mercato”.

“Il problema del credito – conclude il Presidente CNA – si è estremamente complicato per le micro e piccole imprese. Avere affidamenti è sempre più difficile e le banche hanno perso un po’ della loro vocazione: fare la raccolta e quindi prestiti alle imprese e mutui alle famiglie”.